Bertolt Brecht : “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente”



Non mi piace pensare che esiste l’ingiustizia della legge, non mi piace perché è dura da digerire, mi rendo conto che spesso e volentieri si perde traccia degli eventi perché non sono più sensazionali e solo grazie alla diretta conoscenza delle persone coinvolte verrai a sapere che quella storia non è finita così. Ma…………..



Pino Ciampolillo

domenica 29 marzo 2015

ITALCEMENTI E BERTOLINO AL VIA LE INDAGINI DELLA COMUNITA' EUROPEA M5S

M5S: "ITALCEMENTI E BERTOLINO  AL VIA INDAGINI DELL'UE"

Mercoledì 10 Dicembre 2014 - 16:14
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La Commissione Europea ha informato i deputati del M5S Mannino, Corrao e Trizzino di aver avviato indagini con riferimento alle due denunce presentate nei mesi scorsi sull’autorizzazione ambientale riguardante gli impianti di Isola delle Femmine e sulla distilleria a Partinico.
CEMENTIFICIO DI ISOLA, IL “GIALLO” DELL’AUTORIZZAZIONE IMPOSSIBILE

17 dicembre 2014


L’assessorato regionale al Territorio e Ambiente avrebbe rilasciato il Via-Vas ad Italcementi, con la firma di un dirigente che non aveva titolo per farlo. La denuncia del Comitato cittadino e dell’eurodeputato grillino Corrao, che ha portato la vicenda a Bruxelles


di Paolo Pataria





Può uno dei più grandi cementifici siciliani operare, per ben sei anni, con un’autorizzazione rilasciata da un dirigente regionale che non aveva titoli per firmare l’atto? Stando a quello che si legge in un documento del “
Comitato cittadino Isola pulita”, sembrerebbe di sì. Di più: sembra che Bruxelles, nei giorni scorsi, abbia acceso i riflettori sul cementificio di Isola delle Femmine partendo proprio dai fatti raccontati nel documento dal quale ha preso spunto l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, che su questa storia sta conducendo una battaglia politica. Le carte sono state peraltro inviate a Regione, carabinieri e magistratura.

Nella relazione del “
Comitato cittadino Isola pulita” c’è scritto che il decreto del responsabile del Servizio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che ha rilasciato l’Autorizzazione integrale ambientale (Aia) alla cementeria di Isola delle Femmine sarebbe nullo. Il riferimento è al “Drs 683 del 18 luglio 2008”. Questo perché Drs – sigla che sta per Dirigente responsabile del servizio – ha emanato un’autorizzazione “da soggetto che non ne aveva titolo”.

Nel mirino finisce l’ingegner
Vincenzo Sansone, firmatario del provvedimento, che a quella data “non era di fatto il dirigente responsabile del servizio Via-Vas”. Il riferimento è al servizio dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che rilascia la Valutazione di impatto ambientale (Via) e la Valutazione ambientale strategica (Vas). E qui c’è il primo passaggio strano di questa vicenda: il decreto del dirigente generale che nomina Sansone dirigente del servizio Via Vas risale al 17 dicembre 2008. Quindi quando lo stesso Sansone ha rilasciato l’autorizzazione all’Italcementi – e cioè cinque mesi prima – non era dirigente del servizio Via-Vas. La nomina di Sansone, stando alle date, sarebbe addirittura a “sanatoria” del periodo pregresso, e quindi retroattiva. In pratica, stando a quanto si legge in questo documento, l’ingegnere Sansone viene nominato responsabile del Servizio Via-Vas cinque mesi dopo aver rilasciato l’Autorizzazione integrale ambientale alla cementeria di Isola delle Femmine.

Nel documento si legge che il dirigente generale dell’epoca dell’assessorato al Territorio,
Pietro Tolomeo, fa riferimento “alla nota a sua firma, Dta n. 17818 del 29 febbraio 2008, con la quale avrebbe affidato all’ingegnere Sansone l’incarico di responsabile del Servizio”. Punto, questo, che viene contestato nel documento del Comitato di Isola delle Femmine: “È persino superfluo evidenziare che l’affidamento (o attribuzione) di un incarico dirigenziale non può avvenire con una semplice nota, ma esclusivamente con un apposito provvedimento. Altrettanto dicasi nel caso di proroga, in quanto, per la gerarchia degli atti amministrativi, può avvenire con un provvedimento di pari livello della precedente attribuzione, giammai con una nota”.

La nomina di Sansone, secondo il documento, sarebbe irregolare “e, di conseguenza, priva di ogni efficacia amministrativa”. E avrebbe anche violato il contratto collettivo di lavoro dell’area della dirigenza regionale. “In ogni caso – si legge sempre nel documento – l’ingegnere Sansone, alla data di emanazione del Drs n. 693, il 17 luglio 2008, non aveva il titolo, né il potere occorrenti a formalizzare il provvedimento dell’Aia”.
http://isoladellefemmineitalcementieambiente.blogspot.it/2014/12/cementificio-di-isola-il-giallo.html 


MAZZARRÀ: ALTRI CINQUE INDAGATI  PER LA DISCARICA SOTTO SEQUESTRO


Si allarga l’inchiesta della procura di Barcellona. Ora l’inchiesta coinvolge altre cinque PERSONE: tra questi, due funzionari dell’assessorato regionale al Territorio e un funzionario dell’Arpa. Le ipotesi: reato ambientale e falso ideologico

di Redazione

Cinque AVVISI di garanzia per reato ambientale e falso ideologico. L’inchiesta della procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andre si allarga e coinvolge altre cinque persone: due funzionari dell’assessorato regionale al Territorio e un funzionario dell’Arpa, agenzia regionale per l’ambiente, per i quali viene ipotizzato il reato di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. I nuovi indagati sono Gianfranco Cannova, già detenuto nel carcere di Pagliarelli di Palermo perché accusato di aver incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel SETTORE delle discariche, e Vincenzo Sansone, dirigente GENERALE del dipartimento regionale tecnico. Sono accusati entrambi di aver rilasciato nel febbraio del 2009 un’autorizzazione alla società che gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa. Il terzo indagato è Armando Cappadonia, funzionario dell’Arpa, per un’autorizzazione rilasciata nel 2006. Gli ultimi due coinvolti nell’indagine sono  Sebastiano Giambò, ex sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, già presidente del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti domiciliari dopo la condanna in primo grado nell’ambito dell’operazione Vivavio della Dda di Messina, per CONCORSO esterno in associazione mafiosa, e FRANCESCO Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa società. Per loro la procura ipotizza il reato ambientale.
I cinque si aggiungono ai primi tre nomi iscritti nel registro degli indagati subito dopo la RICHIESTA di sequestro della discarica, firmata lo scorso 3 novembre: gli ex amministratori di TirrenoAmbiente Antonio Crisafulli, GIUSEPPE Antonioli (già con divieto di dimora in Sicilia a seguito di un’indagine per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti.
Si attende adesso la verifica dei livelli di inquinamento disposta dalla procura di Barcellona per il PROSSIMO 16 dicembre: l’esperto incaricato per i rilievi è l’ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel rapporto del 17 settembre aveva rilevato: “Le acque sotterranee della discarica presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica esistono situazioni di criticità correlate con fuoriuscita di percolato tali da generare locali profonde incisioni… e le CONDIZIONI precarie di equilibrio del corpo della discarica… potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante pericolo per l’ambiente e per l’incolumità delle persone, i quali potrebbero manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione soprattutto di intense precipitazioni atmosferiche”.




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